Prendere note efficaci: il metodo Zettelkasten
Io sono un consumatore sfrenato di contenuti. Leggo libri e articoli, ascolto podcast, seguo corsi, guardo video.
Molto spesso però mi sono sentito inefficiente: sembra sempre che mi rimanga poco in testa di tutto quello che consumo. Vorrei che il tempo speso sia un investimento e non uno spreco. Mi piacerebbe cioè che mi resti qualcosa: insegnamenti, idee, nuovi modi di vedere il mondo.
Dove sto sbagliando? Come posso ricordare di più?
Una delle tecniche che ho scoperto per ricordare e imparare meglio consiste nel prendere note efficaci. In più mi aiuta anche a creare contenuti miei.
Il mio disastroso passato con le note
Per gran parte della mia vita non ho avuto un vero sistema per gestire le mie note.
Nel periodo scolastico e universitario prendevo pochissimi appunti che, per giunta, di solito erano di qualità pessima. Per il resto scrivevo qualche nota qua e là ed evidenziavo blandamente i libri che leggevo.
Questo processo, se così si può chiamare, assomigliava più a un accumulo disordinato, che non a un sistema di gestione efficace: rimaneva tutto in archivio senza che lo rivisitassi mai. Appunti ed evidenziazioni non mi aiutavano né a imparare né a produrre qualcosa di mio.
Zettelkasten
Qualche tempo fa gironzolavo su YouTube e mi sono imbattuto in un canale che, tra le altre cose, parlava di un metodo dallo strano nome, Zettelkasten, che non avevo mai sentito nominare.
Come succede spesso quando si scopre qualcosa di nuovo, ho iniziato a ritrovarmelo ovunque: in particoalre tra i link in una newsletter a cui sono iscritto e in un podcast che seguo. Alla fine mi sono sentito in dovere di informarmi e poi di adottarlo.
Non sono sicuro di avere afferrato la tecnica ortodossa alla perfezione, ma provo a raccontare quello che ho capito e che ho iniziato a implementare.
Lo Zettelkasten è un sistema di Personal Knowledge Management (gestione della conoscenza personale) che fu largamente usato dal sociologo Niklas Luhmann vissuto nel secolo scorso.
Si tende ad attribuire la prolificità di Luhmann proprio a questo sistema, dato che egli scrisse decine di libri e centinaia di articoli. Io però preferisco rimanere prudente e non do per scontato che ci sia stato un rapporto di causa-effetto tra Zettelkasten e prolificità, sia perché un campione di una persona non è statisticamente significativo, sia per paura di cadere nel bias del sopravvissuto.
In ogni caso sono convinto che lo Zettelkasten abbia aiutato Luhmann e possa aiutare chi lo adotta, altrimenti non perderei tempo a scrivere questo articolo. 👀
Il nome del metodo, Zettelkasten, è una parola tedesca che dovrebbe significare schedario, dal posto fisico in cui venivano conservate le note, dato che a quei tempi ancora la magia digitale non c’era.
Il sistema
Nello Zettelkasten esistono tre tipi di note: fleeting, literature, e permanent.
Le note transitorie (fleeting) sono note veloci. Il loro scopo è di catturare le idee che abbiamo in testa nel minor tempo possibile. I pensieri sono effimeri e quindi, se ne vogliamo ricordare uno è bene metterlo nero su bianco. A tutti è capitato di avere un’idea geniale e di scordarsela dopo pochi attimi.
Sono note non strutturate: l’unica cosa importante è che siano comprensibili a sufficienza per quando il nostro sé futuro le revisionerà.
Le note “letterarie” (literature) sono note prese a partire da contenuti: libri, corsi, podcast, articoli, video… Sono note brevi, che contengono la fonte da cui derivano, e riassumono passaggi che ci colpiscono e riteniamo meritevoli di essere ricordati.
Ogni riassunto deve essere una rielaborazione a parole proprie del passaggio in questione e quindi non un semplice copia-incolla. Questo perché per poter riformulare un’idea bisogna prima averla capita e quindi tale processo stimola comprensione e apprendimento.
Decisamente molto diverso da quello che si fa abitualmente (e che tendevo a fare anche io), cioè limitarsi a sottolineare, evidenziare, copiare.
Dal processo di revisione di fleeting e literature nascono le note permanenti.
Le note permanenti (permanent), anche conosciute come evergreen notes (note sempreverdi), sono paragonabili a concetti nella memoria a lungo termine. Lo Zettelkasten che, al suo cuore, non è altro che l’archivio delle note permanenti, rappresenta quindi un secondo cervello.
L’obiettivo del processo di revisione, schematizzato sopra, è di consolidare concetti e idee ognuno in una singola nota, che dovrebbe risultare atomica ⚛. Dovrebbe, cioè, trattare un unico concetto.
Piuttosto che creare lunghe note contenenti più idee, il metodo Zettelkasten invita a spezzarle in note più piccole e focalizzate.
Come per le literature è importante che le note permanenti siano espresse a parole proprie. Ciò dovrebbe venire automatico se le note letterarie sono state scritte con cura.
Per ogni permanent poi bisogna:
- Riflettere su come si connette al resto delle nostre conoscenze, idee, note e creare questi collegamenti (per esempio con un link o un riferimento)
- Aggiungere delle etichette (tag) che devono servire non tanto per categorizzare la nota, ma per rendere più facile ritrovarla quando serve
Per fare un paragone: io penso a ogni nota permanente come se fosse un piccolo articoletto sull’idea descritta.
I benefici
Tre tipi di note, un processo revisione, sintesi e rielaborazioni… Quali sono i benefici di un sistema così laborioso?
Primo beneficio: aiuta a ricordare e imparare.
- Rielaborare a parole proprie richiede di aver capito il concetto ed è un modo per impegnare attivamente il cervello. È proprio lo sforzo attivo che ci aiuta a ricordare.
- Riflettere cercando e creando collegamenti tra idee le consolida e approfondisce la comprensione.
- Permette di creare un secondo cervello, lo Zettelkasten, che si può rivisitare quando si vuole, per esempio utilizzando ogni nota permanente come una specie di flashcard.
Secondo beneficio: favorisce la produzione di contenuti propri.
Più lo Zettelkasten cresce e più diventa semplice creare contenuti. Ogni nota è come un piccolo articoletto interconnesso con altri articoletti.
Quando vorrò scrivere un nuovo post non dovrò combattere col foglio bianco, ma potrò visitare il mio archivio, scegliere alcune note, seguire le connessioni, e ritrovarmi una base già pronta da cui partire.
E, come bonus, produrre contenuti aiuta anche a chiarirsi ulteriormente le idee e imparare.
Terzo beneficio: stimola la creatività.
Il processo di scrittura delle note permanenti spinge a trovare connessioni tra le idee. Più lo si fa e più diventa facile vedere nessi tra concetti che a prima vista sembrano appartenere a domini separati.
Ed è proprio quando si mettono in relazione idee diverse che nasce qualcosa di nuovo: l’originalità non è altro che la capacità di trovare nuovi modi di legare concetti preesistenti.
In conclusione
Questo articolo è il risultato di quello che ho capito sullo Zettelkasten e descrive il processo che sto utilizzando ormai da un po’. Non ho idea se sia esatto o strettamente ortodosso, ma personalmente lo trovo interessante, stimolante, e utile.
Fun fact: per scrivere questo articolo sullo Zettelkasten sono partito dalle prime note che sono entrate nel mio Zettelkasten, cioè proprio le note sullo Zettelkasten. #meta
Tempo fa ho preso note su come prendere note, che ora uso mentre scrivo note per il prossimo articolo su come prendere note.#meta
— Nato Stupido (@natostupido) September 19, 2020
Happy note taking, my friends.
Risorse
Qualche link per approfondire l’argomento:
- Come prendo note col metodo Zettelkasten: processo e app - (Articolo) il mio processo per intero
- Zettelkasten Note-Taking Method: Simply Explained - (Video) breve spiegazione del metodo
- How to Build a Second Brain - (Newsletter) episodio in cui si parla di Personal Knowledge Management
- #105: Atomic Notes - (Podcast) episodio di Cortex in cui si parla anche di Zettelkasten
- The Zettelkasten Method - (Articolo) un’altra descrizione, abbastanza approfondita
- Zettelkasten.de - (Blog) una miriade di articoli sullo Zettelkasten e argomenti connessi