Come (forse) scrivere meglio
Sei su un blog. Te ne eri accorto?
Il problema di un blog è che ci devi scrivere e se non lo sai fare nessuno ti legge.
Già, la vita è dura.
Ciò significa che questo progetto si fonda sulla mia capacità nella scrittura. Certo, ci sono altre attività importanti, ma la loro rilevanza dipende da quanto bene riesco a comunicare. E quando il mezzo di comunicazione è un blog o una newsletter, comunicare equivale a scrivere.
Di conseguenza, come già accennavo qui e qui, ho deciso che voglio imparare a scrivere meglio e mi sono messo a cercare come fare. In questo articolo spiego quello che ho capito e il mio piano per migliorare.
Principi
Come ormai per ogni cosa, sul magico interweb si trovano vagonate di risorse su come scrivere meglio. Le informazioni non mancano, anzi, ce ne sono fin troppe.
La sfida è non farsi risucchiare nel vortice del consumismo passivo. È facile seguire corsi o leggere libri e articoli. La parte difficile è sedersi a mettere in pratica gli insegnamenti.
Quindi, dopo aver passato un po’ di tempo a ingozzarmi di contenuti, ho notato i temi che si ripetevano e ho deciso di focalizzarmi su quelli. Li ho distillati in 4 principi.
Bozza di merda e riscrittura
La tua prima bozza deve fare schifo.
Pensa all’argomento di cui vuoi scrivere e scrivi tutto quello che ti viene in mente. Non ti porre filtri. Flusso di coscienza. Nessuno ti guarda. Vomita le parole sul foglio.
Le frasi saranno incoerenti, sgrammaticate, sconnesse, confuse. Il discorso non avrà senso. Qui parli di una cosa, qui di un’altra. Qui ritorni sulla prima e poi di nuovo sulla seconda. Non si capisce niente.
Non è un caso se si chiama bozza di merda.
L’obiettivo di questa fase non è di scrivere il testo finale. Non è il momento di perdere tempo a scegliere la forma più corretta o le parole più adatte. Questo è il momento di trasferire le idee sul foglio.
Quando non hai più niente da scrivere hai finito la tua prima bozza. È un traguardo.
Ora è il momento di ri-scrivere. Non devi più preoccuparti del cosa ma solo del come.
Quindi riscrivi. E riscrivi. E riscrivi finché non sei soddisfatto.
Semplicità
I lettori non hanno aperto il tuo blog o la tua newsletter perché sono masochisti. Beh, forse qualcuno lo è. Ma non la maggior parte. Chi ti legge cerca informazioni e idee. Vuole sapere cosa hai da dire e cosa puoi fare per lui.
Scrivi in maniera semplice. Non è una gara di contorsionismo linguistico. Un tredicenne capirebbe quello che hai scritto?
Non usare parole astruse o desuete. Esatto, proprio come “astruse” o “desuete”. Scegli la parola più adatta, ma non una più forbita solo per metterti in mostra. A nessuno importa dei tuoi virtuosismi.
Stai attento alla lunghezza delle frasi. Prediligi le frasi brevi. No, veramente. Frasi brevi. Questa è dura, lo so. E cerca di limitarti a un’idea per frase. Le frasi lunghe richiedono più energie per essere comprese. Idem per quelle piene di concetti.
Evita il passivo. Non dire “questo articolo è stato scritto da me”. Dì “ho scritto questo articolo”. I nostri stupidi cervellini lo capiranno meglio.
Scrivi come parli. Rileggi e chiediti: “io parlo così?” Se la risposta è “no”, riscrivi.
Più il tuo linguaggio è semplice e più sarai letto. E ricorda che nessuno leggerà quello che scrivi con la stessa attenzione che ci metti tu.
Sintesi
Non aggiungere ciò che non è richiesto e togli tutto ciò che è possibile togliere. Meno fumo e più arrosto. Quantomeno se non vuoi annoiare chi legge.
Ogni nuova frase deve aggiungere qualcosa al tuo discorso. Elimina le frasi che servono solo a ripetere un’idea già espressa.
Usa la stessa cura quando scegli le parole. Elimina quanto puoi eliminare senza alterare il senso della frase. A volte crediamo che certe parole siano più importanti di quanto non siano in realtà.
Fai anche sufficientemente attenzione agli avverbi. Solitamente appesantiscono le frasi e probabilmente non servono neanche quanto pensi.
Aspetta, proviamo a toglierne un po'.
Fai attenzione agli avverbi. Appesantiscono le frasi e non servono quanto pensi.
Meglio, no?
Sii conciso. Il tempo è prezioso, non sprecare quello dei tuoi lettori.
Apertura (e chiusura)
La prima impressione conta. Chi finisce sul tuo articolo decide dalle prime righe se continuare a leggere o meno. Il tuo testo può anche contenere una valanga di idee rivoluzionarie, ma a che servono se nessuno le legge?
Molti dicono che l’apertura è la parte più importante: è la tua occasione per fare colpo. E migliore è l’impressione che fai sul lettore e più sarà propenso a perdonarti qualche imperfezione qua e là.
Quindi dedica all’apertura il tempo che richiede. Come puoi renderla più intrigante? Cattura chi sta leggendo. Gotta catch ’em all! Ciò non significa che devi imbrogliarlo. Piuttosto devi stimolare una curiosità che poi soddisfi nel testo.
Anche la chiusura può essere rilevante, ma non è necessaria.
La puoi usare per condensare il succo del discorso e, se lo ritieni opportuno, per inserire quella che nel gergo tecnico si chiama call to action, una “chiamata all’azione”. Infatti è probabile che chi arriva fino alla fine abbia voglia di saperne di più. Cosa può voler fare a questo punto?
Benché siano solo il sunto di un sunto, questi che ho elencato mi sono sembrati i principi cardine, almeno dalla prospettiva di un novizio come me.
Ma non è tutto qui. Si potrebbe parlare di molto altro e se ti interessa approfondire puoi partire dalle risorse che ti lascio a fine articolo. Sono alcune delle migliori che ho trovato (e da cui ho rubato a piene mani 👀).
Il mio piano
Ok, belli ‘sti consigli, ma concretamente?
Il mio piano è banale: fare pratica intenzionale seguendo questi principi. Di seguito le modalità con cui lo sto mettendo in atto.
#1 Scrivere ogni giorno
Prima di tutto la costanza. Questo è il fondamento della mia pratica.
Potrei decidere infiniti obiettivi, metodi, e tecniche, ma servirebbero a poco senza regolarità. Non mi posso aspettare di migliorare senza un impegno continuo.
Quindi punto a scrivere almeno 100 parole ogni giorno. È un obiettivo piccolo (e quindi sostenibile). Di solito scrivo articoli, newsletter, ma soprattutto note per il mio Zettelkasten.
È incredibile quanto progresso riesci a fare quando prendi un impegno del genere. Ho iniziato a processare le note su 21 Lezioni per il XXI secolo e ho finito la prima passata (5000+ parole!) in pochi giorni. In altri tempi ci avrei messo molto di più.
#2 Applicare i principi ai testi che scrivo
La parte intenzionale della pratica. Quando scrivo un articolo o una newsletter devo applicare i principi di cui sopra.
Per ricordarmelo ho aggiornato il mio template per gli articoli e ho aggiunto una sezione con quello che dovrei fare.
Seguire questi suggerimenti è tutto fuorché naturale. Mi richiede molta attenzione e sono sicuro di violarli di continuo. Tra questi, scrivere la bozza di merda è quello che mi viene più facile seguire. Ciò non significa che io abbia già imparato. Anzi spesso mi ritrovo a fermarmi per editare, quando invece dovrei solo pensare a buttare giù le idee. Però ne sono più consapevole rispetto agli altri e quindi me ne accorgo più facilmente.
#3 Usare Twitter come strumento di sintesi forzata
Non uso i social da un po’ e non ho intenzione di tornarci in fretta, però ho ripreso a usare Twitter.
Twitter è un’ottima palestra per allenare la capacità di sintesi, dato che un Tweet può contare 280 caratteri al massimo. La sfida è distillare, in quel breve spazio, il pensiero che voglio comunicare. La parte critica è fare in modo che il Tweet sia comprensibile (quasi) a chiunque, senza bisogno di tesserci un contesto attorno.
Perché su Twitter e non in privato?
Beh, con questa scusa parlo anche lì di ciò che mi interessa, promuovo i miei contenuti, e racimolo qualche nuovo adepto per la mia setta. 👹
In ogni caso, dev’essere solo uno strumento di pubblicazione, non di consumo. Per questo motivo non uso direttamente Twitter, ma TweetDeck che ho impostato per visualizzare solo i miei tweet e la casella di scrittura. Niente feed demoniaco succhiatempo.
In conclusione
Come per tante altre abilità, imparare a scrivere bene non è facile. Approcciandomi all’argomento ho trovato una miriade di consigli su cosa fare e come farlo.
Da questo calderone ho preso ciò che mi è sembrato essenziale e l’ho riassunto in 4 principi. Dopodiché ho delineato il piano di pratica intenzionale che intendo seguire.
Che altro dire? Buona fortuna a me, sperando che il mio progresso sarà visibile su questo blog e sulla newsletter.
Risorse
Per approfondire tramite alcune delle fonti su cui mi sono basato.
- The Day You Became A Better Writer — Scott Adams
- Writing Handbook — Julian Shapiro
- 21 Tactics to Help You Become a Better Writer — Nat Eliason
- On How to be Discovered — Steve Cheney
- Write Simply — Paul Graham
- Everybody Writes — Ann Handley