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Come ho imparato a non dimenticare più niente

Come ho imparato a non dimenticare più niente

La mia memoria è inaffidabile. Non voglio dire che scordo sempre tutto, però non ci scommetterei la vita. A causa di questa deficienza ho iniziato ad adottare strumenti e tecniche che mi aiutassero a ricordare ciò che voglio ricordare e di conseguenza diventare più affidabile.

Non è stato un cambiamento che è avvenuto dall’oggi al domani ma un processo di evoluzione graduale che è in corso ormai da anni. Del resto non c’è altro modo visto che provare a cambiare troppo tutto in una volta non funziona mai. Ho sperimentato e adattato a seconda del periodo, delle occasioni, e osservando l’impatto di ogni nuovo approccio.

Alimentato da questo spirito, l’articolo che stai leggendo non vuole definire una serie di passi da seguire, ma portare un insieme di spunti basati sulla mia esperienza.

Il mio più caro compagno organizzativo

Se tra tutto ciò di cui parlo qui dovessi consigliare un singolo strumento da iniziare a usare, questo sarebbe il calendario. Ovviamente intendo un servizio digitale, che nel mio caso è Google Calendar. Da tanto tempo ormai rappresenta la base su cui si fonda ogni mia pretesa di affidabilità ed è forse stato il primo strumento a darmi un boost serio in tal senso.

Il calendario mi serve per ricordare il futuro quando quel futuro arriva.

La vita (purtroppo 👀) è una serie incessante di cose da fare. Spesso queste cose hanno scadenze ben precise e talvolta, come se non bastasse, coinvolgono anche altre persone. Devo quindi potermi assicurare di essere affidabile non solo per me stesso ma anche per chi ha a che fare con me.

Quando una cosa va fatta in un dato momento o entro un dato momento, quella cosa deve andare a finire sul calendario.

  • Ho un appuntamento con una persona? Calendario.
  • Devo ricordarmi di fare la dichiarazione dei redditi? Calendario.
  • Ho fissato una visita dal dentista? Calendario.
  • Ho scelto di investire mensilmente qualche soldo? Calendario.
  • Ho bisogno di fare la spesa dopo il lavoro prima che i supermercati chiudano? Calendario.
  • Devo ritirare i soldi per l’affitto perché la padrona di casa ancora non ha ben chiaro che nel XXI secolo possiamo usare i bonifici? Calendario.

Non importa se ciò che devo fare è di importanza vitale o no. Grande o piccolo, stupido o intelligente, se è relativo al mio futuro deve finire sul calendario. Perfino se voglio mandare un messaggio a me stesso attraverso la nebbia del tempo deve andare a finire sul calendario (tratto da una storia vera)

Bei tempi

Bei tempi

Forse la mia esistenza collasserebbe senza uno strumento che possa fungere da calendario. Che altro dire? Usalo!

Abitudini

Quello delle abitudini è un tema che mi sta molto a cuore dato che, come ho già detto in altre occasioni, ciò che facciamo definisce chi siamo e chi diventiamo. È quindi una priorità fare in modo di rispettarle, giorno dopo giorno. Prima, chiaramente, devo ricordarmene.

Tra i vari strumenti che ho usato nel tempo spicca Habitica.

Habitica è un sistema di tracking di abitudini gamificato. Sfrutta, cioè, tecniche simili a quelle usate dai videogiochi per motivarti a continuare a giocare. Solo che in questo caso il gioco si chiama vita (semi-cit) e la motivazione serve per tenerti sulla strada dei tuoi obiettivi.

Ti iscrivi, crei il tuo personaggio, e inizi a farlo avanzare nel gioco. Sali di livello, partecipi a missioni e sfide, guadagni monete, compri nuovi oggetti, e così via. Come si progredisce nell’universo fantasy di Habitica? Semplice: completando abitudini e task.

Habitica

Il mio personaggio, ormai in pausa

Ho usato Habitica parecchio e mi ha aiutato ad acquisire e mantenere molte abitudini: dalla lettura all’ascolto di podcast, dallo studio all’impegno sui miei progetti, dalle faccende di casa (🙄) al fastidioso atto di lavare i denti dopo pranzo a lavoro.

Negli ultimi tempi invece, spinto dalla voglia di minimalismo digitale, mi sono rifugiato in sistemi più semplici e noiosi, anche se, mentre scrivo questo articolo, mi sto rendendo conto che forse avrei bisogno di tagliare qualcosa di nuovo.

Le mie abitudini sono distribuite in due strumenti: il calendario (rieccolo 💙) e la to-do list (che per ora è su Google Task).

Sul calendario segno le abitudini che voglio essere sicuro di portare a termine, dato che ho configurato le notifiche in modo che continuino ad apparire finché non cancello manualmente l’evento in questione. Per esempio ogni sera mi verrà ricordato di fare journaling e di segnare le eventuali spese della giornata, nel caso non l’abbia già fatto.

Sulla to-do list ci vanno a finire invece abitudini di cui mi interessa più che altro avere un promemoria giornaliero, ma che non sono imprescindibili. Per esempio dopo pranzo mi verrà consigliato di leggere almeno 10 minuti e verso ora di cena di scrivere almeno una nota.

Questo è a grandi linee il sistema che uso per mantenere la costanza nelle mie abitudini. Forse si può semplificare ulteriormente, ma per il momento va bene così. Come ho già fatto in passato, se dovesse diventare meno rilevante ci vorrebbe poco a ristrutturarlo, soprattutto considerata la grande varietà di soluzioni alternative, tra servizi generici e app dedicate (magari ne creo una mia 👨‍💻).

Conoscenza

L’apprendimento continuo è uno dei valori che mi guidano. Essere in grado di ricordare è il presupposto fondamentale dell’apprendimento dato che non esiste conoscenza senza memoria.

Nella pratica questo significa che cerco di ottimizzare (1) come imparo e (2) come organizzo la conoscenza nel mio secondo cervello digitale.

Una buona parte di quello che so proviene dai contenuti che ho consumato. Consumare contenuti che non siano di puro intrattenimento è un investimento che, in quanto tale, mi deve garantire un certo ritorno. Se scelgo di leggere un saggio lo faccio non solo per passare il tempo, ma soprattutto per imparare qualcosa. Che senso ha altrimenti? Meglio giocare a un videogame.

Per ricordare i contenuti che consumo (1) e costruirmi una mia personale base di conoscenza (2), uso il metodo Zettelkasten. Ne ho parlato già in due articoli, quindi non mi dilungo ulteriormente:

Progetti

La gestione dei progetti è un’altra macro area che si merita un bel po’ di attenzione. I miei obiettivi lato memoria in questo caso sono:

  1. ricordare le idee che ho
  2. ricordare le attività che devo portare a termine
  3. ricordare quando portarle a termine
  4. (bonus) ricordare quelle che ho già completato

Ho usato vari sistemi nel tempo, dalle to-do list al bullet journal con carta e penna fino a tornare alle to-do list per poi dirigermi verso processi più articolati.

Visto dall’alto, quello che faccio attualmente è:

  • annotare ogni idea interessante che mi passa per la testa
  • tenere traccia di tutti i task che vorrei o dovrei fare
  • decidere su cosa lavorare di settimana in settimana

Più nello specifico sto seguendo una versione (molto) approssimativa del metodo PARA. Ogni progetto ha una sua pagina all’interno mio workspace Notion ed è connesso alle attività rilevanti. La domenica sera, durante la mia weekly review, riguardo cosa ho portato a termine e pianifico cosa fare la settimana successiva. Di giorno in giorno poi, mi basta controllare la mia schermata Today che mi mostra, tra le altre cose, i task che devo ancora portare a termine.

La pagina Today è collegata al mio backlog e mi mostra i task rilevanti per la settimana corrente

La pagina Today è collegata al mio backlog e mi mostra i task rilevanti per la settimana corrente

Sono sicuro che senza organizzazione dimenticherei gran parte di ciò che ho da fare nell’arco di qualche ora. Come faccio a esserne sicuro? È già successo più e più volte. 🙃 Il mio cervello non è fatto per gestire né una lista settimanale, né tantomeno un backlog permanente.

Esecuzione

Parlando di esecuzione mi riferisco al processo da mettere in atto per arrivare a un risultato. Nel contesto di questo articolo intendo come faccio a ricordare com’è fatto tale processo. Una cosa è ricordare ciò che bisogna fare e un’altra è ricordare come farlo.

Avevo pensato di includere questa sezione in quella relativa ai progetti ma, sebbene progetti ed esecuzione siano strettamente correlati, quest’ultima si estende ben oltre.

Due sono gli strumenti che mi accompagnano: checklist e template.

Checklist

Una checklist è una lista dei passi da seguire o dei requisiti da soddisfare per portare a termine un’attività. Per esempio per cucinare la pasta è necessario:

  1. riempire la pentola d’acqua
  2. mettere la pentola sul fornello acceso
  3. aspettare che l’acqua bolla
  4. calare la pasta
  5. aspettare il tempo di cottura
  6. scolare la pasta

Se mi accorgo che una delle cose che faccio può essere schematizzata in questo modo allora creo una checklist. Questo vale per tutto, non solo per attività “importanti”.

Ho checklist per:

  • rilasciare un aggiornamento della mia applicazione
  • pubblicare un articolo, un video, o una newsletter
  • concludere la mia review settimanale
  • fare la spesa
  • preparare la valigia

Nell’era pre-corona, per esempio, viaggiavo piuttosto spesso. In ognuna di quelle occasioni mi affidavo a una o più delle checklist costruite nel tempo, in modo da ridurre la possibilità di dimenticare qualcosa.

Qualcuno potrebbe obiettare che non c’è bisogno di sistematizzare tutto. Non è poi così difficile fare la valigia senza seguire un protocollo.

Vero, non è difficile. Ma io non voglio farlo. Non voglio spendere le mie energie e il mio tempo per riflettere su cosa devo portare, né voglio avere il dubbio di avere dimenticato qualcosa. Non ci vedo nessun vantaggio nell’addossare alla mia memoria più responsabilità del necessario, per quanto banali possano essere.

Se ti interessa approfondire l’argomento c’è un intero libro che ne parla e che ho sentito raccomandare più di una volta, ma che non ho ancora letto: The Checklist Manifesto (il cui titolo italiano fa piuttosto pena, come spesso succede).

Template

Un template è uno scheletro che rappresenta la struttura di base di qualcosa. Un esempio con cui quasi tutti sono familiari è il template per il curriculum, cioè uno schema del tipo:

  • Informazioni personali
    Breve descrizione di chi sei
  • Esperienza
    • 2019–2021 Titolo lavorativo
      Descrizione del ruolo e delle responsabilità
    • 2016–2019 Titolo lavorativo
      Descrizione del ruolo e delle responsabilità
  • Istruzione
    • 2010 Laurea in …

Anche in questo caso, non importa la “gravità” dell’attività in questione, se mi accorgo che è possibile creare un template lo creo. Di nuovo, non c’è nessun vantaggio nell’addossarmi la responsabilità di ricordare.

Quindi ho template per:

Quando voglio scrivere un nuovo articolo uso il template che ho impostato su Notion per generare automaticamente una pagina dedicata. Questa conterrà:

  • informazioni di base come categorie e data di pubblicazione
  • uno spazio per raccogliere appunti nella fase di brainstorming
  • alcuni prompt per la scrittura
  • aree dedicate alla stesura dell’outline e alla scrittura dell’articolo stesso
  • la checklist di pubblicazione a cui accennavo sopra (esatto, una checklist dentro un template 🤯)

Come gli altri strumenti che uso, anche template e checklist sono in evoluzione continua. Se mi accorgo che manca qualcosa o che qualche pezzo non è più rilevante li adatto di conseguenza.

Un episodio del genere è avvenuto qualche tempo fa, come raccontavo in una newsletter. In fase di preparazione per la registrazione di un video avevo sbagliato a selezionare il microfono e, a causa di ciò, ero stato costretto a buttare decine di minuti di ripresa e ricominciare da capo.

Oltre a evidenziare di nuovo l’inaffidabilità della mia memoria, questo imprevisto ha messo in luce anche un buco nel mio processo. La soluzione? Modificare il template che uso quando registro per ricordarmi di fare attenzione al microfono e prevenire l’errore in futuro.

Tutto il resto

Anche il resto della mia esistenza è costellato di una miscellanea di sistemi che mi aiutano a ricordare questo e quell’altro.

Il journaling quotidiano funge da diario di bordo e mi aiuta a tenere traccia di ciò che faccio o mi capita. Del resto è sorprendentemente facile dimenticare la vita vissuta: c’è differenza tra sé esperienziale (che vive le esperienze) e sé narrante (che le ricorda).

Anche il calendario (eccolo che ritorna di nuovo) ha un ruolo in questo processo. È ormai più di 11 anni che segno (quasi) tutti gli eventi di cui faccio parte e tutte le date che voglio ricordare: le uscite con gli amici, il primo giorno di lavoro, i viaggi e le loro tappe, le mattinate a mare, la mia laurea, le conferenze… Attraverso il calendario posso risalire a ognuno di questi e altri eventi.

Infine c’è il grande calderone che contiene il resto delle cose che ho interesse a tracciare. Uso GoodReads per i libri che leggo, IMDB per i film che ho visto, Wallet per i soldi che spendo, e Splitwise per debiti e crediti.

Per un po’ di tempo ho anche tracciato le calorie che assumevo giornalmente, ma poi è diventato troppo faticoso per continuare a tempo indeterminato. È utile farlo temporaneamente se hai un obiettivo specifico (e.g. perdere o prendere peso) o per imparare a stimare a occhio l’apporto calorico di un cibo. A lungo termine, per quanto mi riguarda, il gioco non vale la candela.

Poi, in verità, se bastasse schioccare le dita per ottenere tracciamento e statistiche dettagliate di tutta la mia esistenza non esiterei a schioccarle. Purtroppo non è così e quindi mi devo accontentare dei dati che non sono troppo pigro per collezionare.

Life’s difficult, my friend.


Anyway, così si conclude la panoramica dei sistemi che ho messo in piedi per affrontare la fallibilità della mia memoria. Sono sicuro di non essere il solo che si trova a combatterci regolarmente. È una delle tante sfide che compongono il percorso infinito per imparare a convivere con l’essere umani.

Ad accompagnarti in questa neverending quest ora hai qualche spunto in più basato sulla mia esperienza e su tutte le strategie e i processi che ho messo in atto.

Beh, sempre ammesso che io non abbia dimenticato qualcosa.