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Perché fallisci i piani a lungo termine

Perché fallisci i piani a lungo termine

Cosa vuoi della tua vita? Come definisci il successo per te stesso? Quali sono i rimpianti che non vuoi avere?
In sintesi: quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine?


Anche se la maggior parte di noi non ci pensa mai o quasi, ognuno ha un’idea, almeno vaga, della direzione in cui vuole andare. A tutti è capitato di pensare a buone abitudini da acquisire, cattive abitudini da perdere, buoni propositi per il nuovo anno, desideri, aspettative, speranze.

Cose del tipo:

  • 🏋️‍♂️ Stare in forma mangiando bene e facendo attività fisica
  • 🏗 Lanciare e mantenere un progetto: un blog, un podcast, un servizio…
  • 💰 Risparmiare e investire per il futuro
  • 📚 Migliorare se stessi e crescere: leggere di più, imparare uno strumento musicale, allenare il pensiero critico…

Piani a lungo termine, che non si risolvono certo nel giro di qualche giorno.

Perché falliamo

La maggior parte delle volte, tutti questi propositi e idee rimangono nel regno del non fatto, nel mare infinito delle possibilità non colte, delle strade non percorse.

Ci sono diversi motivi per cui è difficile rimanere costanti, ma oggi ne voglio esaminare uno in particolare, su cui mi ha fatto riflettere questo frammento di Nudge. La spinta gentile:

Il secondo problema che contribuisce a un eccesso di inquinamento è la mancanza di un feedback adeguato sulle conseguenze ambientali delle azioni individuali. È difficile che il singolo si accorga dell’inquinamento idrico o atmosferico provocato dalle sue scelte di consumo, e men che mai su base continuativa.

In questa parte del libro, Thaler e Sunstein, espongono alcune motivazioni alla radice del problema dell’inquinamento. Nel pezzo citato spiegano che l’inquinamento non ha effetti immediati per l’individuo, il quale non ha quindi un incentivo diretto per comportarsi in modo da ridurlo.

Allo stesso modo, i nostri obiettivi a lungo termine non ci forniscono un feedback veloce e, come per l’inquinamento, ci allontaniamo dalla strada che consideriamo giusta. Questo comportamento sarebbe molto strano se fossimo esseri puramente razionali, ma non lo siamo e quindi diventa facile da comprendere se pensiamo al contesto entro il quale si è evoluto il cervello umano.

evoluzione

Per gran parte della nostra storia evolutiva la priorità è stata sopravvivere, che significava trovare cibo ed evitare di farsi ammazzare. Vivendo nel Paleolitico in mezzo ad animali feroci non ti preoccupi di pianificare obiettivi a lungo termine, quando sei impegnato a cacciare, raccogliere frutta, e scappare dei leoni. 🦁

Quindi, una buona parte del cervello, spesso chiamata cervello da lucertola, è stata plasmata per agire in risposta ai feedback nel breve termine: cerca di farci scappare da ciò che provoca dolore (fisico o mentale), e di farci avvicinare a tutto ciò che procura piacere (fisico o mentale).

In questo contesto diventa ovvio che l’assenza di un feedback a breve termine ci scoraggi dal lavorare verso un obiettivo a lungo termine. Lavorare è faticoso (dolore reale e immediato) e il raggiungimento dell’obiettivo è distante (piacere astratto e lontano). La motivazione se ne va a farsi benedire.

Detta in altri termini, con la metafora “matematica” di Nick Winter in The Motivation Hacker, la motivazione è inversamente proporzionale al ritardo nel conseguimento dei risultati e quindi della soddisfazione associata.

I fattori a numeratore (Aspettativa e Valore) aumentano la motivazione, mentre i fattori e denominatore (Impulsività e Ritardo) la diminuiscono. Il ritardo è, appunto, a denominatore.

Come notano gli autori sempre in Nudge:

È raro che i processi a lungo termine forniscano un buon feedback: qualcuno potrebbe mangiare per anni alimenti ad alto contenuto di grassi senza mostrare particolari sintomi, e poi essere stroncato improvvisamente da un attacco di cuore.

Mangiare è un piacere a breve termine, mentre rimanere in buona salute è un processo a lungo termine che non ha un piacere evidente associato.

Affrontare obiettivi di questo tipo senza una strategia significa fare appello al nostro sottosviluppato cervello razionale che sa qual è la cosa giusta da fare. Ciò richiede attenzione e forza di volontà continue, per contrastare il nostro molto-più-sviluppato cervello istintivo che dirige la gran parte delle nostre azioni. Il cervello primitivo preferisce mangiare e non gliene frega assolutamente nulla di astenersi per l’astratto obiettivo di rimanere in salute.

Come rimediare

Piuttosto che affidarci al 100% al cervello razionale, dobbiamo provare a sfruttare quello istintivo e, per farlo, bisogna portare del feedback nel breve termine. Vogliamo che la lucertola 🦎, guidata dal feedback immediato, rimanga sulla strada che la nostra parte razionale desidera perseguire, verso l’obiettivo a cui aspiriamo.

Avere un feedback immediato significa non dovere aspettare il completamento dell’obiettivo lontano per ricevere piacere e/o soddisfazione, per cui il Ritardo che accennavamo sopra verrà ridotto e la motivazione aumenterà.

Per fare ciò, in The Motivation Hacker viene proposta la tecnica delle spirali di successo 🌀. Una spirale di successo è una catena di piccole vittorie che ci aiuta a creare slancio e motivazione. Un successo è un feedback positivo che rinforza il comportamento che l’ha prodotto.

Per creare una spirale bisogna partire con obiettivi molto piccoli e quasi banali da raggiungere.

  • Fare 10 minuti di attività fisica al giorno
  • Scrivere ogni giorno un piccolo frammento per un potenziale articolo
  • Risparmiare 20€ a settimana
  • Praticare la chitarra 15 minuti al giorno

Dopo di che, ogni volta che si completa un obiettivo, bisogna tracciare il progresso.
Si può usare uno strumento qualsiasi: carta e penna, fogli di calcolo, applicazioni di task management, sistemi di tracking di abitudini, etc. L’importante è che:

  1. sia contemplato l’atto del “completare” l’obiettivo: come per esempio mettere una spunta e marcarlo come fatto
  2. il progresso sia visibile: come per esempio attraverso un grafico o un sistema di punti

Raggiungere l’obiettivo + osservare il progresso significa regalare alla lucertola nel cervello un po’ di soddisfazione (piacere) a breve termine.
Più aumentano i successi, più diventa facile mettersi al lavoro. Poi, a poco a poco, col tempo, gli obiettivi possono diventare più ambiziosi, senza però eccedere mai.


💡 Suggerimento

È consigliabile strutturare gli obiettivi in modo che siano focalizzati sull’input piuttosto che sull’output, cioè obiettivi di impegno invece che di risultato.

  • ❌ No: avere 50 visitatori a settimana sul blog
  • ✅ Sì: scrivere almeno 15 minuti al giorno

Il beneficio è che il raggiungimento di un obiettivo di questo tipo dipende unicamente da noi e non da fattori esterni.


Fai felice la tua lucertola.

lucertola

Risorse

Alcune risorse citate e altre connesse:

  • Nudge - (Libro) strategie per migliorare le scelte che facciamo
  • The Motivation Hacker - (Libro) tecniche per avere più motivazione
  • Little Bets - (Libro) come da piccoli esperimenti possono nascere grandi cambiamenti
  • Learning How to Learn - (Corso) in particolare la settimana sulla procrastinazione
  • Todoist - (App) task manager con sistema di punti integrato
  • Habitica - (App) tracking di abitudini gamificato