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Come non fallire mai

Come non fallire mai

Il fallimento non esiste. È solo questione di prospettiva.

Ogni azione ha non una, ma una moltitudine di conseguenze. Di queste conseguenze, alcune sono rilevanti, altre meno. Alcune sono evidenti, altre nascoste.

Ogni “progetto”, essendo composto da molte azioni, darà vita a una grande quantità di effetti.

Quindi, quando misuri il successo di un’azione, o peggio, di un progetto, è essenziale chiarire che effetti stai prendendo in considerazione. Su cosa basi la misura?

Da notare che intendo “progetto” nel senso molto generale di “impresa non banale”. Un blog rientra in questa definizione, così come una startup, lo sviluppo di un’applicazione, lo studio, il lavoro, la vita in generale.

Quale che sia l’impresa in questione, parlare di fallimento (o di successo, che è la stessa cosa) ha senso solo se in relazione a un qualche metro di valutazione. Non si fallisce in maniera generica, ma rispetto a un obiettivo.

Di solito il metro di valutazione “di default” è implicito nel progetto ed è una delle sue conseguenze ovvie. Non scegli razionalmente l’obiettivo: lo hai acquisito.

Esempi di obiettivi di default:

  • Lavoro → guadagnare uno stipendio alto
  • Sviluppo di un’applicazione → avere molti download
  • Studio di una materia → prendere un buon voto
  • Profilo social → attirare molti follower

Quando parliamo di fallimento, è probabile che ci riferiamo al mancato raggiungimento dell’obiettivo di default. Così, però, stiamo ignorando un sacco di altri effetti che potrebbero essere tutt’altro che fallimentari.

Prendiamo questo stesso sito come esempio. Per un blog, il numero di visite è uno dei possibili metri di valutazione di default. Se guardo a questo numero e ritengo che sia troppo basso, posso pensare di stare fallendo.

È così?

È così solo se il numero di visite è il mio unico scopo. Ma il lavoro su questo blog causa tanti altri risultati che potrebbero essere allineati a obiettivi diversi. Tipo:

  • Il beneficio della scrittura come strumento per ragionare e apprendere.
  • L’allenamento della forza di volontà nel lavorare a un progetto personale.
  • Il miglioramento della mia capacità di scrivere e spiegare quello che penso.
  • L’abilità nella gestione dello stack tecnologico alla base del sito.
  • Il miglioramento della gestione del tempo.
  • L’allenamento della capacità di generare e sviluppare idee.
  • Il piacere di costruire qualcosa di interamente mio.
  • Lo stimolo a studiare argomenti che altrimenti non avrei mai toccato.
  • Lo stimolo a esplorare pensieri che altrimenti sarebbero rimasti nebulosi.
  • La voglia di fare che nasce dall’avere uno scopo.

Il primo vantaggio di ragionare in questo modo è che rendere esplicite tutte le conseguenze, e non solo quelle ovvie e immediate, aumenta la qualità della valutazione.

Poi può pure essere che non te ne freghi una beneamata mazza degli altri benefici. Magari il tuo unico vero obiettivo era proprio di arrivare a X visite al mese. Ma questo puoi saperlo solo dopo che ti sei fermato a considerare tutte le conseguenze. Solo ora la tua valutazione è intenzionale.

Il secondo vantaggio, e quello per me più interessante, è che acquisisci il potere di eliminare il fallimento dalle opzioni possibili.

Non hai raggiunto uno dei traguardi? Cambia punto vista e slega, da quell’obiettivo, il successo dell’intero progetto.

Del resto il fallimento non esiste. È solo questione di prospettiva.


PS
Spunto da una frase di Andrea Ciraolo in questo podcast.