Viaggi, realtà intersoggettiva, e fantasy

Iniziamo con un’affermazione controversa: io non amo alla follia viaggiare.

Diversamente, molte delle persone che ho incontrato nella mia esistenza considerano i viaggi una delle loro attività preferite in assoluto. Il sogno di “vivere viaggiando per il mondo” è tutto fuorché raro. Mi chiedo se continuerebbero ad amarlo dopo averlo fatto per un po'.

Anyway, anche se viaggiare non è il mio sogno nel cassetto lo faccio e lo apprezzo. I viaggi rompono la routine e, a volte, espongono a novità con cui sarebbe difficile venire a contatto altrimenti.

Certo, questo non è l’anno migliore per viaggiare e anzi a breve probabilmente torneremo a chiuderci tutti in casa. Non posso dire che mi dispiaccia, da introverso quale sono.

#eroInLockdownPrimaDelLockdown 👀

Questo mese ho potuto però a fare un salto a Firenze, per la prima volta nella mia vita. Ho visitato gli Uffizi, visto la cupola, attraversato Ponte Vecchio, scattato qualche foto, e, ovviamente, mi sono fatto spennare per una bistecca alla fiorentina. 🥩💸

È servito a staccare, cosa che non facevo da un po’ e che probabilmente non farò più per quest’anno, vista la situazione.

Firenze

Intersoggettività

Qualche giorno prima di partire ho finito Homo Deus, libro a cui già accennavo nella scorsa puntata, e ho iniziato a rivedere le mie evidenziazioni per trasformarle in note sensate (seguendo il metodo di cui ho parlato sul blog). Come previsto ho una montagna di lavoro da fare, dato che il libro è strapieno di spunti.

Per esempio, avete mai riflettuto sul fatto che non esistano solamente la realtà oggettiva e quella soggettiva? Esiste infatti anche un terzo tipo di realtà: la realtà intersoggettiva.

Quando una cosa non rientra nella sfera della nostra soggettività tendiamo a dedurre che sia quindi oggettiva, ma non è sempre così. Un tavolo o una mela non sono entità soggettive, ma chiaramente oggettive. Esistono concretamente e si possono vedere e toccare. Non importa cosa pensiamo, crediamo, speriamo. Il tavolo e la mela persisteranno imperterriti nella loro beata esistenza.

Altre entità invece, come per esempio le aziende e gli stati, non sono soggettive e neanche oggettive. Sono intersoggettive.

Materialmente non esistono aziende, né stati. Ci sono solo perché, come comunità, abbiamo delle credenze condivise che vi attribuiscono un significato.

In questo caso, diversamente da tavoli e mele, cambiare credenze significa cambiare la realtà (intersoggettiva). Se e quando smetteremo di credere che aziende o stati abbiano un significato, beh, smetteranno di esistere.

The Witcher

Non c’è mai una seconda occasione per fare la prima impressione.

Dopo Homo Deus ho iniziato a leggere una saga fantasy. Era da fine 2018 (cioè da 30 libri) che non leggevo narrativa. Devo dire che lo trovo refreshing. 😌 È molto più facile leggere per puro intrattenimento.

Comunque, ho iniziato la saga di Geralt di Rivia, forse meglio conosciuto come The Witcher. Da lì viene la citazione di sopra.

Non ho guardato il telefilm, né giocato il videogioco. La saga mi è stata proposta da più persone quando ho chiesto consiglio su Instagram. By the way, ora ho anche un neonato account per @natostupido, andatemi a seguire. 👀

A quanto pare i primi due volumi della saga, gli unici con cui sono venuto a contatto finora, sono anche i “peggiori”, perché sono antologie: raccolte di storie.

Non so, sarà che mi sono disabituato dopo tutto ‘sto tempo senza leggere fantasy, ma a me stanno piacendo comunque.

Bene così.

I miei ultimi contenuti

Con buone probabilità, stai leggendo queste parole sul tuo smartphone. 📱 Da un bel po’ di tempo ormai la gran parte delle persone usa il cellulare come primo (e spesso unico) dispositivo di accesso a internet.

Io ancora trovo il computer infinite volte più comodo e versatile. Si vede che sono old style. Però non mi stupisco della situazione: il telefono è sempre disponibile, superlativamente semplice da usare (forse troppo), e pieno di app distanti un tap e ingegnerizzate con l’esatto obiettivo di tenerci incollati.

Quest’ultima non è certamente una notizia fresca, anzi, ma se n’è tornato a parlare di recente con l’uscita di The Social Dilemma su Netflix. L’ho visto un sabato sera con alcuni amici e mi ha spinto a riflettere sul mio utilizzo dei social e dire la mia. Il risultato sul blog:

La forma della dipendenza: disintossicarsi dai social


Sono convinto che più o meno tutti abbiamo un’idea di dove vogliamo andare nella vita. Abbiamo obiettivi 🎯 che proviamo a perseguire, anche più di una volta: decidiamo di andare in palestra, ci mettiamo a studiare per laurearci in tempo, apriamo un blog o un canale YouTube, iniziamo a suonare uno strumento…

La maggior parte delle volte, però, falliamo come degli scimuniti. Io per primo. Smettiamo di impegnarci come dovremmo anche se sappiamo che sarebbe la cosa giusta da fare.

Perché? Come rimediare?

Qualche risposta a queste domande nel blog:

Perché fallisci i piani a lungo termine

e nell’ultimo video su YouTube: