Sii te stesso. Sì, ma quale?

E perché?

Yo peeps, benvenuti ai nuovi e bentornati ai vecchi nella ProtoNewsletter, il posto in cui condivido spunti, deliri, idee, e ogni tanto consigli di dubbia utilità.

Oggi vi uso per togliermi un sassolino dalla scarpa (o almeno ci provo).

Sii te stesso.

O almeno così dice chi ti vuole spronare ad agire in assonanza con la tua vera essenza.

In linea di principio sarebbe anche un consiglio condivisibile. Il problema è che si basa su un presupposto falso.

Per essere te stesso ci deve prima essere un te stesso. Purtroppo (o per fortuna), questa è solo una versione idealizzata della realtà, come del resto ci potevamo aspettare da un consiglio così generico. Non esiste un unico te stesso, né ne esiste uno più vero degli altri.

Quando sei “finto”, sei te stesso. Tu sei proprio la persona che in quelle circostanze assume quel comportamento. Fingere, imitare, o cercare di impressionare qualcuno, non ti rende un’altra persona. Semmai, rivela il tuo comportamento in quel contesto.

E cambiare comportamento a seconda del contesto è non solo in larga parte inevitabile, ma anche auspicabile.

Immaginiamo tu sia una persona allegra. Sei sempre sorridente, scherzi con tutti, fai battute, ridi a volontà, ti diverti. Se ti chiedessero di definire chi sei elencheresti queste caratteristiche. È logico, è così che ti comporti.

Immaginiamo ora che muoia un tuo conoscente ✞. Come ti comporteresti al funerale? Credo che non saresti veramente euforico.

Che tu sia diventato di colpo un’altra persona?

Claro que no. Sei sempre te stesso. Il tuo comportamento dipende. Non è un copione monotematico. Anzi, la sensibilità per capire come e quando adattarti al contesto è un vantaggio, non un difetto da correggere.

Ma non finisce qui.

Da questo discorso potrebbe sembrare che, dietro la molteplicità dei comportamenti, ci sia comunque un soggetto unitario e indivisibile. Un individuo, nell’accezione originale.

Anche se è vero che una persona appare unitaria, a guidare il suo comportamento non c’è una mente singola ma voci discordanti. Il cervello, dal punto di vista biologico, non è un blocco compatto ma è diviso in emisferi. Ognuno di questi controlla solo metà del corpo ed è sede di capacità diverse. L’apparenza unitaria è dovuta al fatto che, in condizioni normali, i due emisferi comunicano tra loro. Ma quando la comunicazione si interrompe le differenze diventano evidenti.

In ogni caso, anche senza bisogno di recidere le connessioni tra gli emisferi, tutti abbiamo avuto occasione di sperimentare incoerenza e conflitto. Li sperimentiamo, per esempio, tutte le volte che sappiamo cosa è giusto fare (studiare, fare esercizio fisico, leggere) e siamo veramente convinti di volerlo fare, ma poi non lo facciamo. È la lotta tra razionalità e istinto.

Quale sarebbe quindi il tuo vero te?


PS: Vorrei precisare che non sono 100% stronzo: anch’io riesco a capire che il consiglio non è tutto da buttare.

Innanzitutto, sebbene assomigliamo a un concerto più che un solista, non possiamo far altro che vivere come se fossimo individui e sempre uguali a noi stessi. È così che ci percepiamo per natura.

Inoltre, in un’interpretazione più generosa, il “Sii te stesso” è una spinta a riflettere su chi ti interessa essere e a cercare di allinearci il tuo comportamento. È un’esortazione a emanciparti dall’opinione degli altri e da regole culturali che non è detto siano sensate.

Però mi andava di mettere in discussione il presupposto su cui il consiglio poggia, siccome è raro sentirlo fare. Se non altro perché mi dà fastidio e volevo togliermi il sassolino dalla scarpa.

Cose

Grazie a una menzione su un altro podcast che seguo, ho iniziato ad ascoltare Perfettp, il podcast senza errori. Probabilmente fa per voi se vi serve un modo per allungare la lista di serie e film da guardare, libri e fumetti da leggere, e videogiochi da giocare. Posso dire che, tra le altre cose, mi ha fatto venire voglia di guardare qualche film, attività che non rientra tra le mie favorite.

Rimanendo in tema, ciclicamente mi dispero perché non ho mai trovato un buon modo per scoprire podcast che rientrano nei miei gusti. In un’epoca di feed di raccomandazioni guidate da algoritmi che ti conoscono meglio di te stesso, i podcast sono ancora difficili da scovare. Podchaser si propone come soluzione al problema. Ma l’ho appena trovato, non so quanto bene funzioni.

Poi, per finire su una nota diversa, mi è capitato di leggere un piccolo pezzo del grande Isaac Asimov. The Relativity of Wrong. Non tutto ciò che è sbagliato è “sbagliato uguale”. Tra l’altro scritto come risposta a un’obiezione che gli era stata mossa. Dà un po’ di quella soddisfazione di quando vedi qualcuno distruggere a parole qualcun altro che aveva peccato di saccenteria mal riposta.

I miei ultimi contenuti

🧠 Che significa avere spirito critico? A seconda di come lo definiamo e interpretiamo, può funzionare in modo diverso: da “buona euristica” a “sconcertante idiozia”. Un articoletto:

Pensare con la propria testa


⚖️ Io ho un problema con le intenzioni. Ma, peggio ancora, ho un problema con chi gli dà troppa importanza e dimentica il resto. Ispirato da una frase sentita nel podcast che vi consigliavo sopra (Perfettp):

Fare scelte giuste per le ragioni sbagliate


🗣 Infine, ho pubblicato le mie note da un librettino dal mitico Arthur Schopenhauer sulla dialettica:

L’arte di ottenere ragione — Arthur Schopenhauer