Ciao, mi chiamo Gianmarco e ho un problema

(scrivo troppo)

Yo boyz and girlz, benvenuti in una nuova magica edizione della ProtoNewsletter, il posto in cui condivido non solo spunti, deliri, idee, e consigli di dubbia utilità, ma anche confessioni. Come in questo preciso momento.


Ieri mattina mi sono messo a comporre la newsletter che avevo intenzione di pubblicare oggi. L’avevo iniziata qualche giorno fa ed era solo da ultimare. Nella mia testa, sarebbe dovuta essere una faccenda breve. Oltretutto, avevo anche altre attività da portare a termine, tra cui tradurre la stessa newsletter per il sito inglese e finire di scrivere un articolo per Nato Stupido.

Avevo scelto l’argomento del “feedback” perché mi ci sono imbattuto più e più volte nelle ultime settimane. Pensavo: “Sarà una cosa veloce. Ci metto qualche spunto dalle mie letture e qualche riflessione su quello che faccio e dovrei essere a posto”.

Oh boy, was I wrong.

A fine giornata, dopo ore su Notion, non avevo ancora ultimato proprio un bel niente. Superata la soglia delle 1000 parole ho capito che quanto stavo facendo non aveva senso. A quel punto non stavo più scrivendo una newsletter ma un articolo.

Qual è la differenza?

La differenza è che mi piacerebbe che le mie newsletter non fossero troppo impegnative da leggere, ma che fungessero più da spunto di riflessione. Invece è un po’ di tempo che la linea di demarcazione tra newsletter e articoli si è fatta sfocata.

È anche per questo che le pubblico più raramente di quanto vorrei.

Quindi sì, ho un problema. Mi dilungo e non mi so trattenere.

Sono il solo? Non credo proprio. Niente di quello che siamo è unico al mondo.

Meglio riformulare la domanda: capita anche a voi, magari in altri ambiti?

Mi succede pure con il blog. Mi metto a lavoro pensando che verrà fuori un articoletto piccolo e carino, e poi finisce per essere lungo come o più del solito. Per gli articoli non è un problema, anzi lo ritengo un vantaggio (se non per il fatto che richiede più energie e tempo del previsto).

Per le newsletter invece ho intenzione di rimediare. Da subito. Infatti andiamo avanti.

Cose che mi sono piaciute

È uscito l’ottavo disco di Caparezza. Tra l’altro l’ho scoperto in ritardo (🤦‍♂️), grazie al fatto che non sto più sui social. Ormai ascolto solo quello da quasi due settimane.

Mi sono avventurato nel mondo reale per andare da IKEA. Già che c’ero, ho ricomprato la bottiglia che ho dovuto lasciare indietro a Barcellona un anno fa. Averla accanto mi aiuta a bere di più, visto che altrimenti me lo scordo per ore. 2€ ben spesi.

Poi ho trovato nel mio cuore un po’ di spazio per Psyduck. Mi ci sento rappresentato negli ultimi tempi. Lo uso anche come status su Slack.

Psyduck

Durante un monthly social con i colleghi ho giocato per la prima volta a un gioco da tavolo che si chiama Codenames. È carino, non lo conoscevo, e c’è anche una versione online (che è quella a cui abbiamo giocato, visto che lavoriamo da remoto.

Passando a cose (molto) più serie: ho ascoltato un episodio impegnativo del podcast di Tim Ferriss. Parla di abusi e di come superare il trauma. Per mia fortuna non ne ho esperienza diretta, ma pare siano più comuni di quanto pensassi. Mi chiedo quante delle persone che conosco ne abbiano subiti.

I miei ultimi contenuti

Avevo già accennato che mi interessasse imparare a scrivere meglio. Del resto la scrittura sta alla base sia del blog che della newsletter. In maniera piuttosto meta, ho pubblicato un articolo in proposito. Spiego cosa ho capito e qual è il mio piano per migliorare.

Come (forse) scrivere meglio


Infine, ho letto e pubblicato le note di un libro che avevo in to-read da anni. Si chiama The First 20 Hours e parla di come acquisire rapidamente abilità.

The First 20 Hours