Schifosamente ignorante

e da dove ripartire

Yo peeps, benvenuti ai nuovi e bentornati ai vecchi nella ProtoNewsletter, il posto in cui condivido spunti, deliri, idee, e ogni tanto consigli di dubbia utilità.

Rieccoci qui dopo un mese di alti e bassi. Ci siete andati a mare? Io solo una volta, e il cielo era pure grigio.

Comunque, oggi parliamo di uno dei miei argomenti preferiti: ignoranza e come rimediare.

Vi fermate mai a pensare a quanto siete schifosamente ignoranti?

Io sì.

Mi succede quando entro in contatto con qualcuno che ne sa molto più di me su un argomento, quando vedo persone che sembrano abili in mille campi, o quando penso alla quantità di cose che vorrei imparare. Allora mi viene da chiedermi come cavolo ho vissuto per ritrovarmi in questa condizione. Che hanno fatto quelle persone che io ho tralasciato? Come ho buttato il tempo che potevo spendere imparando? Quanta più cultura avrei potuto accumulare?

Da un certo punto di vista questa riflessione è illogica. Lo spettro dello scibile è così esteso che, a prescindere da quanta cultura tu possa accumulare nella tua breve vita, la tua ignoranza sarà sempre infinita. A che serve studiare se la lancetta della bilancia del tuo sapere rimarrà praticamente immobile? Meglio rilassarsi e farsi un sonnellino.

Però, per quanto io ami i sonnellini, questo nichilismo improduttivo non mi soddisfa. In quanto essere umano sono condannato a cercare di più, anche se è futile e non c’è nessun grandioso scopo ultimo. Del resto niente è importante. Niente ha senso. Se dovessimo basare le nostre azioni su chissà quale significato, staremmo immobili attendendo la morte.

Quindi, anche se il peso della nostra conoscenza sarà sempre troppo basso, sono convinto che valga la pena di impegnarsi almeno un pochino. Quantomeno per acquisire strumenti utili a navigare l’unica vita che sappiamo di avere.

Rimane un problema: la scelta. Visto che non si può imparare tutto, su cosa conviene concentrarsi?

La risposta è semplice per chi ha una passione, un interesse, o uno scopo preciso: studia quello che ti piace, ti interessa, o ti muove verso lo scopo. Per chi invece vuole più che altro farsi una cultura versatile, il consiglio è di partire dai first principles, i “principi primi”.

First Principles

Un “principio primo” è una specie di assioma. È un’affermazione che sappiamo essere vera e che non è possibile dedurre da altre affermazioni.

Beh, quasi.

Nella realtà, a meno che non si parli di matematica o logica, la definizione non è così stringente, quantomeno se ci interessa che sia utile. La nostra conoscenza è imperfetta, non ci garantisce certezze assolute e, volendo fare i pignoli, potremmo continuare a scomporne ogni pezzo fino a risalire al big bang.

Quindi, più che un assioma nel senso stretto del termine, direi che un principio primo di un argomento, è un blocco di conoscenza che riteniamo vero e che non è scomponibile in altri principi rilevanti per quell’argomento.

In cucina, potremmo considerare principi primi le proprietà organolettiche dei cibi e i loro modi di interagire. Questi possono essere scomposti in principi di più basso livello, cioè nei processi fisici e chimici che li causano. E anche questi possono essere scomposti a loro volta. Ma con questa scomposizione usciamo dal campo della cucina per entrare in quello della fisica e della chimica. Non sempre utile per ragionare su un accostamento di sapori.

Partire dai principi primi ha vantaggi notevoli.

1 —

Acquisisci le fondamenta dell’argomento in questione.

Imparare le fondamenta è l’investimento di studio a più alto ritorno. Passi dall’ignoranza completa alla capacità di ragionare. È un salto qualitativo enorme.

Esempio: la nutrizione. Se non sai nulla in proposito, ti puoi fidare ciecamente di quello che dicono gli altri o dei luoghi comuni. In questa situazione, è facile mantenere credenze errate e cadere preda di trovate pubblicitarie e diete assurde.

Invece, apprendere le regole alla base dell’alimentazione (suddivisione dei macronutrienti, apporto calorico, fabbisogno energetico, etc), ti mette in grado di valutare la sensatezza di una dieta e di non farti prendere in giro.

2 —

Ti costruisci un set di lenti tramite cui osservare la realtà e interpretare quello che succede.

Guadagni l’abilità di scomporre problemi, situazioni, comportamenti nelle loro componenti fondamentali e ragionare partendo da queste.

Esempio: la psicologia. Imparare le dinamiche psicologiche di base migliora la tua capacità di capire e interpretare non solo gli altri, ma anche te stesso. Puoi osservare quello che fai e scomporlo nelle forze in gioco.

Metti di avere imparato che uno dei compiti del cervello è di trovare giustificazioni per ciò che la parte istintiva ha fatto o vuole fare. La prossima volta che ti ripeterai che non hai abbastanza tempo per fare questo o quello, potrai fermarti e chiederti: ha senso quello che dico o sto solo cercando scuse?

3 —

Aumenti la tua capacità creativa.

Padroneggiare i blocchi fondamentali di uno o più argomenti, ti dà la possibilità di rimescolarli in forme nuove e originali. È proprio dalla ricombinazione che nasce la creatività.

Esempio: il compositore. Un compositore è un esperto che padroneggia i principi alla base della teoria musicale ed è in grado di usarli e rimescolarli a proprio piacimento per creare pezzi originali piacevoli all’udito.

Chi sa suonare (anche molto bene) ma non conosce questi fondamentali, saprà come eseguire un pezzo, ma non sarà automaticamente in grado di comporne uno.


Per chi aspira a una cultura variegata, acquisire i first principles di una serie di materie fondanti (psicologia, matematica, fisica, filosofia, economia, informatica), è forse la strada migliore per avvicinarsi all’obiettivo. Forse l’unica.

Se non sapete da dove iniziare potete prendere spunto da questa guida che raccoglie una quantità enorme di materiale.

Queste, invece, sono alcune delle risorse che ho usato e apprezzato io stesso. In ordine sparso:

Buon divertimento!

PS: si accettano volentieri suggerimenti su altro materiale (or anything, really).

Cose che mi sono piaciute

Ho riascoltato questo vecchio podcast di Wesa (tra l’altro una delle persone di cui invidio la cultura). Parla della necessità di tradire le aspettative se vuoi essere libero e onesto intellettualmente.

Ho scoperto Read Something Great, che si propone di farti scovare i migliori articoli del magico mondo dell’internet.

Ho trovato una lista dei 50 pasti Michelin più economici al mondo. Ce n’è uno anche a Torino. Ci sarei potuto andare se l’avessi saputo quando ci vivevo.

Ho iniziato a leggere Antifragile. Non l’ho ancora finito, ma potrebbe essere meritevole di entrare nella lista di sopra.

I miei ultimi contenuti

Prendendo spunto da una frase di Andrea Ciraolo in questo podcast, ho scritto un articoletto sulla valutazione del fallimento.

Come sai che stai fallendo (o avendo successo)? Su cosa basi la misura?

Come non fallire mai