Benvenuti in questa newsletter, scuola inefficace, Zettelkasten, e non avere tempo

La prima puntata

Ottobre è iniziato da qualche giorno 🍂 e con ottobre arriva la prima puntata di questa ProtoNewsletter. Introduciamone il senso, visto che è la prima.

L’idea di una newsletter mi ha ronzato in testa più di una volta. Avevo anche già provato ad avviarne una, uno o due anni fa, ma mi ero fermato al setup, senza inviare neanche un’email.
Ultimamente, però, non ci avevo più riflettuto seriamente, neanche quando ho lanciato il sito due mesi fa. Ci ho pensato solamente leggendo uno dei commenti a un video che ho pubblicato di recente, in cui mi si suggeriva proprio qualcosa di simile.

Quindi, perché no?

Cosa aspettarsi da questa newsletter

La mia idea è di scrivere email che valga la pena leggere. Quindi vi potete aspettare di riceverne una solo se ho qualcosa da dire.

Probabilmente ci troverete dentro:

  • spunti da libri, podcast, articoli, video o da qualsiasi altra cosa mi abbia colpito di recente
  • mie riflessioni e pensieri sparsi
  • qualche riferimento gli ultimi contenuti che ho pubblicato, ma mai come unico movente per inviare un’email

Se invece non vi interessa particolarmente leggere, ma solamente sapere quando pubblico qualcosa di nuovo, beh, per quello c’è il feed RSS per il blog, l’iscrizione per il canale YouTube, l’account Twitter, e presto pure quello Instagram.

Questa prima email, introduzione a parte, può funzionare da esempio di cosa vi potete aspettare.

Ovviamente mi riservo la libertà di evolverla nel tempo. Aggiungere, togliere, cambiare. C’è un motivo se la chiamo ProtoNewsletter. Certamente, però, non diventerà una semplice notifica di pubblicazione, per il banale motivo che a me non interessa.

Iniziamo.


In questo periodo sto leggendo Homo Deus, di Yuval Noah Harari. Un libro pieno di idee interessanti e che sto evidenziando come un pazzo. Ne uscirà fuori una montagna di note da infilare nel mio Zettelkasten (di cui parlo sotto).

Qualche giorno fa leggevo un capitolo in cui si parlava di come modelliamo la realtà tramite la scrittura. In particolare, con la nascita della scrittura abbiamo iniziato a inventare concetti che poi influenzano la realtà oggettiva.

In uno degli esempi fatti nel libro si esamina l’impatto dell’introduzione dei voti nel sistema scolastico. 🎓

Se io misuro un oggetto reale la lunghezza dell’oggetto non cambia a seconda di quale unità di misura io scelga. Ma se invece di misurare un oggetto, valuto persone, ecco allora che le unità di misura contano.

In origine, l’obiettivo del sistema scolastico era di aprire la mente degli studenti. Prima dell’introduzione dei voti, uno studente universitario prendeva la laurea o no. Non gli veniva attribuito un numero.

In teoria l’obiettivo dovrebbe essere sempre educare e aprire la mente, ma in pratica non è così. Con l’introduzione dei voti, in maniera automatica, l’obiettivo è diventato quello di fare in modo che gli studenti prendano voti elevati. Ma le abilità richieste per prendere un buon voto non coincidono necessariamente con quelle richieste per arrivare a una vera comprensione della materia. Né tantomeno il voto certifica una maggiore apertura mentale.

Parlando l’altro giorno con un amico proprio di questo discorso, riflettevamo sul fatto che la scuola non ottimizza quasi mai per il vero apprendimento e questo dei voti è solo un esempio. Ci sono anni e anni di ricerche e studi su come favorire la comprensione vera e su come facilitare l’educazione, ma sembra che la scuola sia rimasta ferma agli stessi metodi didattici con cui è nata.

Perché?

I miei ultimi contenuti

In passato sono quasi sempre stato poco metodico nella mia gestione delle “note”. In sostanza non avevo un vero processo efficace per prenderle e riutilizzarle. Erano soprattutto appunti casuali, magari anche incasellati in categorie/pagine/strutture, ma che spesso restavano fine a se stessi, dimenticati nell’archivio di qualche app.

Tra uno e due mesi fa ho invece scoperto un nuovo sistema per prendere note: lo Zettelkasten. L’ho adottato quasi immediatamente. Ne parlo nell’ultimo post sul blog:

Prendere note efficaci: il metodo Zettelkasten


Non ho tempo

Quante volte ho sentito questa scusa e quante volte l’ho utilizzata io stesso. Purtroppo (o per fortuna) non porta da nessuna parte.

La realtà è che questa scusa maschera solamente un problema di fondo: la necessità di definire e rispettare le proprie priorità.

È un insegnamento che ho appreso molto tempo fa e che mi ritrovo ad applicare spesso, soprattutto in questo periodo della mia vita, visto che devo giostrare il mio tempo tra lavoro e progetti personali: blog, canale, e ora anche newsletter.

Ho parlato di questa scusa sul blog:

La scusa del tempo, ovvero illudersi di non aver tempo

e sul canale YouTube: